Top EU officials have warned airlines, including the lowcost EasyJet and Ryanair, that, in order to continue flying routes departing and arriving within the EU after Brexit, they will need to have their headquarters in the Union and more than 50% of their capital share must be owned by Member States or nationals of Member States guaranteeing them effective control, whether directly or indirectly, of the company.

Insieme ad una sua ambiziosa e alquanto bizzarra teoria sul futuro di Ryanair e dei “suoi” aeroporti low-cost – cioè, che entro i prossimi dieci anni i voli avranno costo zero grazie ad accordi commerciali con gli esercizi situati all’interno degli aeroporti che diventerebbero, quindi, niente più che dei centri commerciali che offrono servizi di viaggio come extra – l’amministratore delegato di Ryanair Michael O’Leary ha detto la sua anche sulla Brexit.

Approfittando della campagna mediatica #LondonIsOpen lanciata dal sindaco di Londra, Sadiq Khan, per ribadire che, nonostante Brexit, la città è felice della sua multiculturalità e sempre pronta ad accogliere e ospitare persone e imprese provenienti da ogni parte del mondo, Uber ha invitato tutti i suoi clienti ad esprimersi sui nuovi criteri previsti da Transport for London (“TfL”) per la concessione di licenze di guida per i conducenti di auto a noleggio (“NCC”).