CON 161 VOTI FAVOREVOLI, 30 CONTRARI E 7 ASTENUTI, IL 18.10.2016 IL SENATO HA APPROVATO DEFINITIVAMENTE LA RATIFICA E L’ESECUZIONE DELL’ACCORDO SUL TRIBUNALE UNIFICATO DEI BREVETTI (“TUB”). L’Italia sarà così il dodicesimo Stato Membro ad apporre la sua ratifica all’Accordo, dei tredici necessari per far partire il TUB. Tra questi devono far parte i tre…

Elizabeth Denham, Garante per la Protezione dei Dati Personali (Information Commissioner) per il Regno Unito, ha dichiarato ad un pubblico di imprese attive nel campo dell’economia digitale e dei dati personali: “Vorrei essere molto chiara: sono convinta che la normativa sulla protezione dei dati personali non costituisca un ostacolo al vostro successo …. Non si pone una questione di privacy o innovazione, ma privacy e innovazione.”

Anche nel settore della concorrenza, le conseguenze della Brexit dipenderanno dagli accordi di uscita che verranno conclusi tra il Regno Unito e l’Unione Europea (UE) nell’ambito della procedura di recesso di cui all’articolo 50 del Trattato sull’Unione Europea (TUE).
Gli scenari prospettabili sono tre, a seconda che il Regno Unito decida di entrare a far parte dello Spazio Economico Europeo (SEE), di concludere accordi meno stringenti con l’UE, ovvero di propendere per un’uscita non disciplinata da specifici accordi, che si fondi sostanzialmente sulle norme dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC).

Il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon ha dato ulteriore corpo alla prospettiva di un secondo referendum, dopo quello del 2014, per votare sull’indipendenza dal Regno Unito. Sturgeon, leader degli indipendentisti, ha infatti annunciato che la prossima settimana sarà presentato un disegno di legge al Parlamento di Edinburgo per la convocazione del referendum, un primo passo attraverso il quale gli scozzesi, che hanno votato in maggioranza per non lasciare l’Unione europea, chiederanno una consultazione per sancire la propria indipendenza.

In un post pubblicato sull’European Law Blog, Olivier Garner, dottorando dell’European University Institute di Firenze, ha descritto quali potrebbero essere gli effetti del Great Repeal Bill – che dovrebbe abrogare l’European Communities Act del 1972 (ECA) e trasformare in legge nazionale tutte le previsioni del diritto UE – sulle direttive, sui regolamenti UE ed, in particolare, sui diritti acquisiti dai cittadini di altri Stati Membri di risiedere e lavorare nel Regno Unito.

Mentre viene ancora fortemente contestata la decisione del Governo del Regno Unito di fare ricorso all’art. 50 del Trattato di Lisbona senza l’approvazione del Parlamento, incominciano ad emergere i meccanismi che consentiranno parallelamente, ma indipendentemente dalle trattative con l’Unione Europea, l’implementazione interna del Brexit.