LE CONSEGUENZE DI UNA HARD BREXIT PER IL DIRITTO DELLA CONCORRENZA EUROPEO
In data 25 marzo 2019, la Commissione Europea ha pubblicato un documento sulle principali implicazioni di un no deal scenario per il diritto della concorrenza europeo.
In data 25 marzo 2019, la Commissione Europea ha pubblicato un documento sulle principali implicazioni di un no deal scenario per il diritto della concorrenza europeo.
Il Comitato Unione Europea della Camera dei Lord ha pubblicato, in data 2 febbraio 2018, un approfondito report intitolato “Brexit: competition and State aid” nel quale vengono esaminate le attuali normative nazionali e comunitarie in materia di diritto della concorrenza e aiuti di Stato e vengono prospettate le possibili conseguenze dell’uscita dall’Unione. Dopo un primo…
Il 12 ottobre 2017, nell’ambito della sua indagine conoscitiva sulla Brexit, il sottocomitato per il Mercato Unico della Camera dei Lords britannica ha convocato, in una seduta pubblica dedicata alla legislazione sulla concorrenza e al suo enforcement, quattro esperti in materia (Richard Whish, Eyad Maher Dabbah, Pinar Akman e John Vickers) per ascoltare il loro parere sulle conseguenze e i possibili scenari dell’uscita del Regno Unito dall’Unione.
Ogni anno, gli enti governativi e le amministrazioni pubbliche degli Stati Membri dell’Unione Europea spendono una parte consistente del Prodotto Interno Lordo per acquistare servizi, lavori o forniture da imprese che vengono di regola selezionate con procedure di gara per contratti pubblici di appalti e concessioni.
Anche nel settore della concorrenza, le conseguenze della Brexit dipenderanno dagli accordi di uscita che verranno conclusi tra il Regno Unito e l’Unione Europea (UE) nell’ambito della procedura di recesso di cui all’articolo 50 del Trattato sull’Unione Europea (TUE).
Gli scenari prospettabili sono tre, a seconda che il Regno Unito decida di entrare a far parte dello Spazio Economico Europeo (SEE), di concludere accordi meno stringenti con l’UE, ovvero di propendere per un’uscita non disciplinata da specifici accordi, che si fondi sostanzialmente sulle norme dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC).
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