Il 24 maggio 2019, la Premier britannica Theresa May ha annunciato le sue dimissioni, dichiarando che lascerà la guida del Partito conservatore il 7 giugno ed esprimendo rammarico per non aver potuto attuare la Brexit. L’annuncio è avvenuto a seguito dell’incontro con Sir Graham Brady, presidente del 1922 Committee of Conservative backbenchers (Comitato dei Conservatori senza incarico).

Ancora una volta la scadenza prevista per il definitivo divorzio del Regno Unito dall’Unione Europea è stata rinviata: il Consiglio Europeo, all’esito delle trattative tenutesi il 10 aprile scorso, ha infatti concesso al primo ministro britannico Theresa May un’ulteriore proroga – sino al 31 ottobre 2019 –  per convincere la House of Commons ad approvare l’Accordo di…

Ad esito del vertice del Consiglio Europeo del 10 aprile 2019, i leader europei hanno esteso la data di uscita del Regno Unito dall’Unione al 31 ottobre 2019. Anche il Regno Unito ha acconsentito alla proroga del termine, come illustrato nella lettera del Rappresentante Permanente del Regno Unito presso l’Unione Europea, Sir Tim Barrow, dell’11 aprile 2019.

Il 29 marzo 2019, con 344 voti contro 286, il Parlamento britannico ha respinto per la terza volta l’Accordo di uscita presentato dalla Premier britannica Theresa May. Ciò implica che la proroga concessa dal Consiglio Europeo fino al 22 maggio 2019 non sarà applicabile e che il Regno Unito dovrà ora indicare il percorso che intende seguire entro il 12 aprile 2019.

Con un voto storico, il 15 gennaio 2019 il Parlamento britannico ha bocciato con 432 voti contro e 202 a favore l’Accordo di uscita raggiunto tra il Regno Unito e l’Unione Europea a novembre 2018.  Il giorno prima della votazione vi erano stati tentativi in extremis di rassicurazione sulla soluzione di backstop da parte dell’Unione, al fine…