BREXIT: SECONDA SCONFITTA PER THERESA MAY ALLA CAMERA DEI LORDS

LA CAMERA DEI LORDS DEL REGNO UNITO, CON UN’ABBONDANTE MAGGIORANZA DI 366 FAVOREVOLI E 268 CONTRARI, HA APPROVATO UN EMENDAMENTO ALLA EUROPEAN UNION (NOTIFICATION OF WITHDRAWAL) BILL 2016-17 (DI SEGUITO “EU BILL”) IN BASE AL QUALE IL VOTO FINALE SU QUALSIASI TIPO DI ACCORDO RAGGIUNTO DAL GOVERNO NELL’AMBITO DEL NEGOZIATO DI USCITA CON L’UNIONE EUROPEA SPETTEREBBE A ENTRAMBE LE CAMERE DEL PARLAMENTO, CHE GODREBBERO, QUINDI, DEL POTERE DI RIFIUTARE GLI ACCORDI RAGGIUNTI E INVITARE IL GOVERNO AD AVVIARE NUOVE TRATTATIVE.

Il Parlamento andrebbe consultato anche nel caso in cui nessun accordo d’uscita venisse raggiunto tra Londra e Bruxelles dopo i due anni di negoziazioni previsti dall’articolo 50 del Trattato sull’Unione Europea (TUE).

L’emendamento alla EU Bill approvato dalla Camera dei Lords mira a garantire un reale potere di controllo sul contenuto degli accordi negoziati dal Governo e riaffermare il ruolo centrale del Parlamento come custode della sovranità nazionale.

L’approvazione dell’emendamento è stata duramente criticata dai sostenitori della Brexit che ritengono dannosa la previsione del voto finale del Parlamento. Sottoporre gli accordi a tale voto, secondo loro, indebolirebbe fin da subito la posizione della Premier, Theresa May, alla quale l’UE potrebbe imporre condizioni d’uscita gravose finanche nella prospettiva politica di una bocciatura parlamentare.

Nonostante l’importanza del presente voto a livello politico, le conseguenze pratiche potrebbero nella realtà attenuarsi, poiché la EU Bill dovrà ora essere nuovamente sottoposta all’esame dei Commons, dove la maggioranza conservatrice non dovrebbe incontrare eccessivi ostacoli nel rimuovere l’emendamento approvato dalla Camera dei Lords, come ribadito dal Ministro per la Brexit David Davis.

L’adozione definitiva da parte dei Commons della EU Bill dovrebbe realizzarsi entro due settimane. Ciò consentirebbe a Theresa May di notificare formalmente al Consiglio Europeo, ai sensi dell’articolo 50 TUE, la volontà del Regno Unito di recedere dall’Unione entro la fine di marzo, come più volte annunciato.

La Camera dei Lords è la Camera alta del Parlamento del Regno Unito. Il numero dei suoi membri, anche chiamati “pari”, è variabile. I pari non sono eletti ma nominati, ad eccezione di 90 pari che ricoprono tale carica per via ereditaria. Anche se la Camera dei Commons potrà ora modificare la EU Bill, l’approvazione da parte della Camera dei Lords dell’emendamento, insieme alla precedente approvazione di quello che assicurava a tutti i cittadini UE residenti nel Regno Unito la possibilità di continuare a godere del proprio diritto di vivere e lavorare nel Paese, rappresenta un forte segnale politico di sfiducia nei confronti del Primo Ministro e della sua gestione della Brexit, anche da parte di figure importanti dello stesso partito conservatore.

 

Davide Scavuzzo